Nato a Cerese, in Lombardia, Ugo Celada si distingue fin da giovane per il suo talento nel disegno. Frequenta la Scuola locale di Arti e Mestieri e, grazie a una borsa di studio, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove studia con il pittore Cesare Tallone.

Nel 1920 espone alla Biennale di Venezia e assume il nome d’arte di Ugo Celada da Virgilio. Ritorna tre volte in seguito alla rassegna veneziana, nel 1924, nel 1926 e nel 1936. Nel 1926 è celebrato dal famoso pittore e critico francese Émile Bernard, l’allora Presidente della Giuria, come il maggiore autore italiano.

Inizialmente interessato al Novecento, si distacca da esso dopo poco tempo, spostando la sua attività e il suo interesse su ricerche che lo collocano tra il Realismo Magico e la Nuova Oggettività, diventando uno dei maggiori esponenti della pittura figurativa e del precisionismo. Con uno stile unico e personale, si avvicina in alcuni aspetti all’opera di Cagnaccio di San Pietro e Antonio Donghi e al coevo Sciltian. Emarginato dal fascismo, dopo una polemica con l’arte novecentista, vive isolato, dipingendo ritratti della nobiltà e della borghesia milanese fino alla sua morte.

Le sue opere si possono trovare presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e il comune di Borgo Virgilio gli ha dedicato una sezione nel Museo Virgiliano.